Valcamonica: fra Storia, Arte e Natura

Famosa in tutto il mondo, la Valcamonica è una valle incantevole situata in Lombardia. Con la sua storia millenaria, la straordinaria arte rupestre e paesaggi mozzafiato, la Valcamonica è una destinazione da non perdere per gli amanti della storia, dell’arte e della natura.

Dove si trova?

Valle Camonica

Situata lungo il fiume Oglio, la Valcamonica si estende per circa 90 chilometri, coprendo quindi tutta la zona che va dal cuore delle Alpi Retiche fino al suggestivo lago d’Iseo. Il fatto che la valle abbia un’estensione così ampia fa sì che sia caratterizzata da una grande varietà gastronomica e paesaggistica. Soprattutto nel secondo caso, infatti, possiamo trovare all’interno della valle maestose montagne, fitti boschi e incredibili paesaggi acquatici. Non a caso, questa valle viene considerata uno dei territori europei con maggiore biodiversità vegetale.

Storia e Arte Rupestre

Storia e Arte Rupestre

La Valcamonica è celebre per le sue antiche incisioni rupestri che rappresentano una testimonianza unica dell’evoluzione della civiltà umana nel corso dei millenni. Se quindi andate in provincia di Brescia, assicuratevi di fermarvi a vederle.

Non capita tutti i giorni, infatti, di avere accesso a una delle più ampie collezioni di incisioni rupestri al mondo, visto che stiamo parlando di oltre 2000 rocce sulla quale si possono trovare campioni di arte rupestre. Giustamente considerate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, questi campioni di arte preistorica non sono dipinti, bensì incisioni che furono realizzate in un lasso di tempo di oltre 8000 anni. Le più antiche, infatti, risalgono al Mesolitico, cominciato nel decimo millennio avanti Cristo.

Il fatto questa forma di arte sia stata praticata così a lungo è indice del fatto che la Valcamonica sia stata continuativamente abitata, anche se da popolazioni differenti. Da quando e da chi ce lo dicono le incisioni stesse. Se infatti ci fermiamo ad osservare con più attenzione, potremo notare che, tramite i soggetti e i temi dell’arte, possiamo anche ricostruire come e quando le prime popolazioni si siano stanziate nella Valcamonica.

Ad esempio, sappiamo che i primi abitanti della Valcamonica furono delle popolazioni nomadi di cacciatori. Queste popolazioni, che capitarono nella valle subito dopo il ritiro del ghiacciaio Adamello, il più grande di Italia, avevano una forma di società nomadica che, per sopravvivere, seguiva i gruppi di animali per poi abbatterli. Le pitture rupestri che risalgono a questo periodo, infatti, rappresentano prevalentemente grandi animali che, se abbattuti, avrebbero potuto sfamare i cacciatori per un bel po’ di tempo. Secondo gli esperti, potrebbero essere delle sorte di schemi, quasi delle vere e proprie strategie, su come si sarebbe svolta la caccia a determinati animali.

È solo dopo che si formarono i primi insediamenti stanziali che i temi dell’arte rupestre cominciarono a cambiare. Infatti, dal Neolitico in poi, cominciamo a trovare rappresentate forme geometriche che si presuppone rappresentino la forma che dovevano avere i campi. Subito dopo, durante l’età del rame, cominciano a comparire soggetti quali la ruota e oggetti utilizzati nel quotidiano, spesso prodotti della metallurgia. È durante questo periodo che cominciano a comparire i così detti massi istoriati: dei monumenti dalla forma antropomorfa, ovvero simile a un essere umano, sui quali erano spesso incisi simboli quali astri, armi e persino degli esseri umani molto stilizzati.

Per avere però delle pitture effettivamente rappresentanti soggetti umani dovremo aspettare l’età del bronzo. Questa scelta, assieme alla presenza importante della raffigurazione di armi, è una importante testimonianza dell’importanza assunta dai guerrieri nelle società del secondo millennio avanti Cristo.

Tutte le pitture precedentemente citate, però, rappresentano solo circa il 20-30% delle opere presenti sulle pareti delle grotte della Valcamonica. E il restante 80-70%? Non solo si sa a quando risalgono, ma si ha persino una attribuzione.

La stragrande maggior parte delle incisioni presenti nella Valcamonica risalgono al primo millennio avanti Cristo e apparterrebbero ai Camuni; un popolo che si presuppone essersi stanziato in Valcamonica dal 5000 a.C. Nel I secolo avanti Cristo sarebbero stati sottomessi dai Romani. Le caratteristiche delle incisioni rupestri dei Camuni sono:

  1. Le dimensioni: la maggior parte delle rappresentazioni di esseri umani sono di grandi dimensioni
  2. Il soggetto: nonostante il soggetto preponderante sia l’essere umano, in particolare se impegnato nella caccia, sono presenti anche incisioni che ritraggono scene della quotidianità quali capanne, impronte, scene di caccia, ma anche vere e proprie simil-mappe.

La maggior parte di queste opere possono essere trovate nel Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane a Capo di Ponte, una delle principali attrazioni della valle.

La Mappa di Bedolina

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Tra le opere risalenti all’età del ferro, una delle più famose è la così detta Mappa di Bedolina. Scoperta nel 1932 a Capo di Ponte nel parco di Seradina-Bedolina, la mappa rappresenta una delle prime forme di arte astratta di cui abbiamo testimonianza.

Un esemplare estremamente curioso di arte, la mappa, infatti, ci mostrerebbe la terra abitata per come potevano immaginarsela gli uomini del tempo. Considerando che non avevano né la possibilità di vedere le scene dall’alto, né precedenti a cui rifarsi, il fatto che queste popolazioni abbiano provato a immaginare una versione 2D della loro terra è incredibile.

Ancora più incredibile è il fatto che, probabilmente, la mappa non sia stata rappresentata su una sola roccia, ma su più pietre. Di queste, le più famose sono la prima roccia che fu scoperta, ovvero la Roccia 1, grande circa 15 metri quadrati, e la Roccia 7, scoperta nel 2005, le cui dimensioni sono il doppio della prima. Affiancate, le rocce creerebbero un’immagine unica.

La Val Camonica nei secoli

Abbiamo visto come i Camuni furono sottomessi dai romani. Ma chi fu a guidarli alla conquista di questa zona?

La Val Camonica fu conquistata da Augusto tra il sedici e il quindici avanti Cristo, ma non fu una presa così violenta come si può immaginare. Augusto fu, infatti, leniente con le popolazioni dell’arco alpino. Se, infatti, inizialmente assegnò loro lo status di peregrini, impedendo così ai Camuni di godere dei diritti di cittadini romani, in un secondo momento venne trovata una situazione intermedia dove alle popolazioni alpine veniva concesso di mantenere la propria costituzione tribale, pur essendo parte della Colonia Civica Augusta Brixia e quindi sotto l’egida della città principale.

Parte di questa particolare situazione politica significava che alle popolazioni locali non venne mai imposto il culto delle divinità romane. Nonostante questo, però, poiché comunque Romani e Camuni vivevano a contatto continuo, nella Val Camonica possiamo trovare un Santuario dedicato a Minerva a Breno.

Il santuario di Minerva

Santuario di MinervaQuesto santuario, che si pensa risalire al 69 dopo Cristo circa, si distingue per la posizione piuttosto unica. E’ infatti posizionato contro uno sperone roccioso e possiamo trovarvi subito accanto una grotta.

Ma, se i camuni non veneravano le divinità romane, perché troviamo un tempio di Minerva?

Beh, le opzioni sono due:

La prima è che dopo tanti anni sotto il dominio romano, si sia avuto un’assimilazione delle divinità romane, anche se con alcuni adattamenti.

La seconda è che, nonostante la divinità non facesse parte del pantheon romano, gli storici abbiano usato il nome della divinità romana che più somigliava a quella indigena adorata.

E’ più probabile che quello che sia veramente successo sia stata una via di mezzo:

il santuario romano fu costruito a fianco a una precedente struttura di culto delle popolazioni camune che si stima risalisse al V secolo avanti Cristo. Il santuario originale, però, era già dedicato a una divinità femminile collegata all’acqua.

Il santuario romano era ben più decorato di quello Camuno e al suo interno si potevano trovare fregi, bassorilievi, mosaici e, soprattutto, la famosa Minerva di Spinera.

E’ proprio questa statua che ci suggerisce che Minerva, in quella occasione, era l’interpretazione che i romani avevano dato della divinità indigena. Tradizionalmente, infatti, Minerva è una divinità associata a sapienza, arte e protezione dello Stato, e viene rappresentata con la lancia o la civetta. E, se in questo caso la presenza della lancia ci svela l’identità della divinità, la presenza di rappresentazioni dell’acqua tutto intorno a questa statua ci suggerisce il di lei potere salvifico e terapeutico.

Questa forma di Minerva (o Atena) che è sia protettrice della sapienza, che della medicina, prende il nome di Athena Hygieia.

Il nome greco suggerisce che questo fenomeno non fosse ad appannaggio esclusivo dell’Impero Romano. È per questo che Minerve come quelle presenti a Cividate Camuno prendono anche il nome di Minerva delle Acque per riferirsi a delle Minerve dai poteri salvifici. E’ stato anche suggerito che queste forme della divinità della sapienza potrebbero avere origini celtiche. La verità, purtroppo, non la sapremo mai.

Siti Archeologici

Oltre alle incisioni rupestri e al Santuario di Minerva, la Valcamonica ospita una ricca storia archeologica. I villaggi preistorici di Cividate Camuno e Pian di Resinelli offrono un’immersione affascinante nella vita degli antichi abitanti della valle. Potrete esplorare le loro abitazioni, ammirare gli oggetti di uso quotidiano e scoprire di più sulle loro usanze e tradizioni.

Attività all’aria aperta

Gli amanti della natura troveranno nella Valcamonica un paradiso terrestre. Numerosi sentieri escursionistici attraversano boschi incantevoli, prati alpini e valli pittoresche. Dal trekking al nordic walking, dalle passeggiate in bicicletta alle avventure in mountain bike, c’è qualcosa per tutti i gusti e livelli di abilità. Gli appassionati di arrampicata possono sfidare le pareti di roccia o provare il brivido delle vie ferrate. Durante l’inverno, la valle si trasforma in un affascinante paradiso per lo sci, con piste per principianti e esperti.

Eventi Culturali

La Valcamonica è anche nota per i suoi eventi culturali e folkloristici. Durante l’estate, potrete partecipare a sagre tradizionali, festival di musica, spettacoli teatrali e molto altro ancora. Queste celebrazioni offrono un’opportunità unica per immergersi nella cultura e nelle tradizioni locali, scoprendo i costumi, la musica e la cucina della valle.

Un evento particolarmente interessante è “Camunerie – il castello che rivive”, una rievocazione storica di uno dei periodi meno conosciuti al grande pubblico della Valcamonica: il Medioevo.

Camunerie si svolge ogni agosto nel castello di Breno. Durante i quattro giorni dell’evento, il castello si riempie di funamboli, schermidori e altri artisti in costume che riportano in vita le giostre e la vita che, un tempo, si era svolta nel castello. E non è tutto! Particolarmente affascinante per grande e piccini è ogni anno la presenza di falconieri professionisti che fanno volare i loro rapaci, sempre nel rispetto del benessere di questi maestosi volatili.

E per i romantici?

Anche per loro c’è qualcosa: la tragica storia di Clotilde. Principessa innamorata che però non può dichiararsi. Una principessa, però, si deve sposare e così otto principi vengono chiamati a corte per battersi per la sua mano. Distrutta dalla prospettiva di non scegliere il suo sposo, la principessa si butta dalla torre del castello.

Nel video qua sotto potete farvi un’idea dell’evento:

Gastronomia Locale

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Non si può visitare la Valcamonica senza assaggiare le sue prelibatezze culinarie. I piatti tradizionali sono molti, ma tra le specialità locali troviamo i pizzoccheri della vicina Valtellina. Ma uno dei prodotti gastronomici di cui vanno più orgogliosi gli abitanti della Valcamonica sono i formaggi.

Tra i formaggi locali si trovano infatti:

  • Il Casolet, o Cadolet: un formaggio delicato a pasta morbida
  • Il Bagòss: questo latticino ha una pasta particolarmente dura che viene arricchita con lo zafferano.
  • Il Silter: un formaggio a pasta semicotta
  • La Rosa Camuna: una forma di formaggella
  • La Mascherpa: la ricotta tipica, e amata, della Val Camonica

Questi sono solo alcuni dei più tipici (e deliziosi) tipi di formaggio che potrete assaggiare in Val Camonica, ma la lista è lunga e l’unico modo per conoscerli tutti è visitare e… assaggiarli!

Conclusioni:

La Valcamonica è una destinazione eccezionale che combina storia, arte e bellezze naturali. Con le sue incisioni rupestri, siti archeologici, attività all’aria aperta e eventi culturali, la valle offre un’esperienza indimenticabile per tutti i visitatori. E che dire del cibo? Assolutamente indimenticabile. Se quindi avete voglia di passare un po’ di tempo all’aria aperta, a inalare la storia del nostro paese e di questi territori incredibili, tuffarvi nel culto di Minerva delle acque e assaggiare alcuni dei migliori formaggi della vostra vita, cosa aspettate? Pianificate il vostro viaggio nella Valcamonica e lasciatevi affascinare dalle sue meraviglie. Sicuramente non ve ne pentirete.